- Jul 13, 2025
Come vivo... così canto
- Andrea Tosoni
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C’è un’immagine che mi accompagna da tempo, e che ogni giorno si fa più vera:
il canto è una miniatura della mia esistenza.
Penso a tutto ciò che accade in pochi secondi, quando sto per cantare una nota:
L’attesa: un momento in cui inspiro, mi preparo, mi metto in ascolto.
Come quando sto per prendere una decisione importante, o prima di entrare in una stanza che mi emoziona.
La scelta: quel momento in cui decido quando partire, come iniziare, quale intenzione dare al suono.
Proprio come nella vita: ogni parola, ogni gesto ha un prima e un dopo.
La manifestazione: la voce che esce è un atto.
È il mio modo di entrare nel mondo, di farmi sentire, di dichiarare “ci sono”.
E la può essere sicura o esitante, dolce o aspra, controllata o libera.
Proprio come me, nei diversi momenti della vita.
La fine: una nota che si chiude.
E nella pausa che segue, rimane qualcosa. Una traccia, un’eco. Un silenzio pieno.
Come ogni esperienza umana che, dopo essere vissuta, lascia un segno dentro di te.
Nel giro di pochi istanti, il canto riassume un ciclo intero:
attesa → espressione → trasformazione.
Come una miniatura, racchiude qualcosa di grande in uno spazio piccolo.
E se mi fermo ad ascoltarlo con attenzione, il mio modo di cantare può dirmi tantissimo su come sto vivendo in quel preciso momento.
Faccio alcuni esempi pratici:
1) C’è chi parte subito quando canta, senza ascoltarsi, quasi con impazienza.
Spesso sono persone che nella vita faticano a sostare, che hanno paura del silenzio o del vuoto.
Il canto li mette davanti a questa tendenza, come uno specchio gentile.
2) Altri invece non partono mai: rimandano, controllano, trattengono.
A volte è il timore di sbagliare, o di “non essere abbastanza”.
Il lavoro sulla voce diventa allora una strada per sciogliere la paura di esporsi.
3) Alcuni si perdono nella nota, la forzano, cercano di tenerla oltre il naturale.
Come se dire “basta” fosse difficile.
Altri la lasciano andare troppo in fretta, come se sentissero di non avere il diritto di restare, di occupare spazio.
Ecco perché il canto non è solo arte, ma anche metafora vivente.
Un modo per esplorare te stesso.
Ogni frase musicale può infatti raccontarti una parte del tuo modo di stare al mondo, se la sai ascoltare.
Esercizio della settimana
Se vuoi, la prossima volta che canti…
non pensare a “cantare bene”.
Pensa a vivere quella frase come un piccolo atto di vita.
Respira.
Senti cosa stai dicendo, anche se non ci sono parole.
Lascia che il suono racconti qualcosa di te.
Anche solo per un attimo.
Come una miniatura, racchiuderà un frammento prezioso della tua storia.
E piano piano, nota dopo nota, forse scoprirai che la tua voce sa dove portarti, anche quando tu non lo sai ancora.