Alcune testimonianze di chi ha provato il Metodo Vocessenza
LA MIA VOCE, IL MIO POTERE
"La vita ha origine nel silenzio del grembo materno, dove nasce il suono più potente che si possa ascoltare.
Non ho avuto il privilegio di ascoltare quel silenzio, eppure sono madre.
Non ho avuto il dono di una “bella” voce, eppure canto immersa in una gioia profonda come il mare.
Non ho un repertorio di brani celebri, ma ho canzoni che ogni domenica accompagnano chi ascolta nei momenti più intensi della vita: dal battesimo alla nascita, all’ultimo saluto.
Il percorso Vocessenza non è solo un percorso di canto: è un percorso di vita.
Ad ogni passo scoprirai che la voce si accorda prima con il cuore e solo poi con un vocalizzo.
Imparerai che il silenzio è lo spazio invisibile dove nasce ogni suono, anche il tuo.
Capirai che il vero palcoscenico è la vita stessa, che gli errori sono i tuoi alleati e che il corpo sa già cosa fare per far volare la tua voce, se solo glielo permetti.
Ti avvicinerai sempre più a te stessa, a quella vibrazione che sei da sempre, fin dal grembo materno. Quando finalmente canterai, scoprirai una voce che neanche immaginavi. All’inizio ti sorprenderà, poi non potrai più farne a meno.
Scoprirai che le note sono tutte uguali e che il suono non va “portato” da nessuna parte: è già lì, pronto per essere accolto.
La voce non chiede nulla: dona.
Capirai che la potenza del suono sfugge al controllo, che le note acute non conoscono la fatica e che l’anima segue regole semplici e potenti.
A chi consiglio il percorso Vocessenza? A tutti. Tutti abbiamo bisogno di fare “voce-senza”: senza fretta, senza giudizio, senza aspettative, senza applausi né riconoscimenti. Il vero riconoscimento è arrivare alla fine del percorso e sentire che quello che canta in te è la tua unicità. In un mondo che ci vuole tutti uguali, non esiste dono più grande.
Io questo dono l’ho ricevuto dal maestro Tosoni. Ora è il tuo momento di scoprirlo."
IL PERCORSO VOCESSENZA PER ME È STATO UNA VERA E PROPRIA RIVELAZIONE
Ho sempre fatto la cantante professionista in giro per il mondo, ho studiato con tanti insegnanti privati e tante tecniche diverse. Purtroppo, dopo un’operazione (non alle corde vocali), qualcosa si è spezzato: la mia voce è stata compromessa, l’equilibrio tra respiro e fonazione non era più lo stesso, fino ad arrivare a un graduale blocco totale. Avevo perso tutto, compresa me stessa.
Cercavo di spiegare ai professionisti del settore che dopo l’operazione la mia voce non era più come prima: sentivo chiaramente che c’era qualcosa di diverso. E infatti tutte le tecniche, i metodi, le terapie non avevano alcun risultato su di me. Garze, cannucce, mascherine, suoni muti, elastici, “BR, RR”… tutte cose molto belle sulla carta, ma che nel mio caso non funzionavano. Così, per molti, era solo una mia impressione, un’idea “mentale” che la voce non risuonasse più come prima. Nel frattempo, però, io perdevo sempre più la capacità di parlare, fino ad arrivare a emettere solo suoni strozzati.
Un giorno, in preda alla sensazione di disagio che guidava la mia vita, ho richiesto la consulenza gratuita con Benedetta per candidarmi al Percorso con il Maestro Tosoni. Non sapevo a cosa andassi incontro, ma una voce dentro di me mi sussurrava di avere fiducia e di provare questo percorso. Dopo anni di silenzio, di lezioni e riabilitazioni fallimentari, ho deciso che forse c’era qualcosa che dovevo vedere, ascoltare e re-imparare.
Vocessenza mi ha aperto le porte dell’ascolto, del vero Ascolto: prima verso me stessa e poi verso l’esterno. Grazie a esso ho capito che la voce non è solo bio-meccanica fonatoria e che tutto nasce e ritorna sempre al Respiro, al flusso d’aria costante.
Ho compreso che la vera differenza tra essere un buon insegnante, un buon vocal coach o un buon terapista e non esserlo, è il dono di saper ASCOLTARE chi si ha davanti, senza giudizio. Ascoltare davvero, capire la causa del problema e applicare gli esercizi giusti per quella persona. Basterebbe farsi una semplice domanda:
“Dopo aver ascoltato la storia di questa persona, e i limiti che la sua voce oggi ha, con gli strumenti e le conoscenze che ho, come posso aiutarla?”
Molti, invece, pensano solo ad applicare il proprio metodo, con procedure e protocolli standardizzati, per un bisogno egoico di validare i loro studi scientifici. Credono che la voce sia solo una struttura che nasce in gola, da dividere, sezionare, controllare. Non demonizzo i vari metodi, credo che tutto possa aiutare a migliorare il proprio canto. Ma alla base ci deve essere un Ascolto profondo (in tutti i sensi), che orienti poi la scelta e l’efficacia didattica.
La voce è il risultato di ciò che siamo dentro, ed è connessa a una marea di strutture che si muovono in modo funzionale e in sinergia fra loro. Il primo vero passo per cantare con la propria Voce è trovare un buon insegnante che abbia la capacità di Ascoltare, andando oltre i limiti della mente razionale. Per me il Maestro Tosoni ha questo dono, che traduce e condivide nel metodo Vocessenza.
Il Maestro Tosoni ha una grande capacità di Ascolto Consapevole e paziente: mi ha guidato e mi guida con delicatezza verso questa scoperta, conducendomi alla mia vera Voce. Ho riscoperto quel punto, quello spazio di risonanza dove tutto si manifesta, dove si può restare in equilibrio tra il bianco e il nero, tra la voce di petto e quella di testa. Cambiando il punto di vista da cui ho sempre osservato questo meccanismo, ho compreso che la Voce non si può “fare”, non si può sezionare: si può solo lasciare che si esprima.
Non finirò mai di ringraziarlo per scegliere, costantemente, di guidarmi senza giudizio verso questa meravigliosa scoperta.
Amo questo percorso perché mi sta conducendo a una vera scoperta di me stessa, che va oltre rispetto l’identificarmi con “la cantante” che pensavo di essere precedentemente, dal momento che gestivo il canto con la parte più superficiale ed estro-flessa di me, quella mentale, quella egoica, quella che si illude di poter controllare uno strumento spontaneo come la voce. Sto comprendendo invece che il vero canto nasce dal tornare alla vera Essenza di Sé. Riscoprire infatti che la vera voce è già lì che attende di essere riscoperta, permette l’emergere di una cantante che non ha molto a che fare con quella che credevo di essere. Mi sto riconnettendo consapevolmente a una cantante che si esprime al meglio quando è in equilibrio con il proprio Respiro. E in quell’equilibrio gli strumenti tecnici, i vocalizzi, gli esercizi vocali compresi quelli che prima per me sembravano non funzionare “BB, RR…” ecc. diventano chiavi straordinarie di apertura della mia voce più vera. Incredibile… E ogni giorno più affascinante.
Vocessenza è un percorso che unisce corpo, mente e spirito, dove la scienza dello spirito si rivela nelle regole della materia, grazie ad una pratica tecnica efficace che fonde e manifesta. È un’evoluzione, un cammino pratico verso la coscienza di Sé e dell’Anima, che si esprime attraverso uno dei suoi doni più belli: la Voce.
GRAZIE A VOCESSENZA HO RITROVATO IL VERO SENSO DEL CANTO
"Mi ricordo montagne verdi e i sogni di una bambina..."
"Era l’inizio degli anni ’70, e con il mio mangiadischi arancione riempivo la casa di musica. Cantavo ossessivamente Marcella Bella, Rod Stewart, Caterina Caselli, Nada... Nel frattempo, cresceva in me un'attenzione speciale per la cura delle persone: non avevo paura del sangue e mi prodigavo per tutti i piccoli feriti di casa.
Poi la vita ha deciso per me. Avevo 18 anni e ancora non ero capace di dare la spinta decisiva. Quando mio padre si ammalò, il sogno di trasferirmi a Bologna per studiare al Dams, la prima accademia artistica italiana, svanì. Ma dentro di me, un'altra passione cresceva su un talento istintivo.
Così sono diventata medico internista…
…e per tutta la vita ho portato avanti la musica come dilettante, attraversando passioni, delusioni e meraviglie, come ogni musicista conosce bene. Nei momenti di frustrazione mi dicevo che ero comunque fortunata a fare un lavoro così profondamente umano, e che la "passione in seconda" sarebbe rimasta tale.
Ma la vita offre sempre un'altra possibilità, se si tiene aperta la porta. Il Covid, le difficoltà familiari, le restrizioni delle libertà personali… invece di abbattermi, mi hanno resa capace di scegliere. Ho capito che a volte bisogna saper lasciare andare una vita per trovarne un'altra, anche a un’età ragguardevole.
Ed è proprio mentre preparavo quel cambiamento che mi sono imbattuta nei video del Maestro Tosoni. Ho sentito subito che quella era la mia porta, anzi, un portone spalancato. Dopo anni di pratica del Tai Chi, trovavo ora un Maestro di Canto Taoista proprio nel momento in cui cercavo una nuova direzione. Come poteva essere un caso?
È passato un anno da quell’incontro che mi ha portata al Percorso Individuale. Oggi seguo i moduli dell’Andrea Tosoni Academy, nata nel frattempo….
E rispetto a un anno fa:
compongo con una facilità impressionante rispetto al passato.
posso cantare quasi ogni nota che desidero, ogni giorno sempre meglio.
registro take su take senza più la fatica di un tempo.
E ora comprendo l'immenso privilegio che mi è stato donato. Vocessenza è la mia stella polare, il respiro costante che mi guida.
Ora è il momento di abitare ogni piccolo segnale di miglioramento, con gratitudine per chi dedica la propria vita alla ricerca del vero senso del canto e della musica.
Grazie Andrea, grazie ai Tutor tutti. Grazie per la bellezza che ci donate, con infinita sapienza e pazienza".
LA MIA VERA VOCE MI HA CHIAMATA
“Il canto e la pittura hanno sempre fatto parte della mia vita, con tinte e sfumature in continua trasformazione, parallele ai cambiamenti che ho attraversato. Il percorso Vocessenza è arrivato a me proprio in un momento di grande trasformazione, guarda “caso” …
Fin da piccola ho vissuto periodi più o meno lunghi di affaticamento vocale, afonia, fino a blocchi prolungati causati da un edema sulle corde vocali, migliorato grazie a un percorso logopedico mirato.
“La voce sarà sempre il tuo punto debole”: questa è stata la frase sentenziata da più insegnanti di canto nel corso degli anni. Non metto in dubbio la loro professionalità, ma quella frase è diventata a tratti una gabbia, una prigione dalla quale però ho sempre saputo che sarei riuscita a uscire, perché mancava solo la chiave giusta.
Era solo una questione di tecnica? No, non solo. È vero che avere delle basi solide permette alla voce di esprimersi liberamente, ma ciò che mi è sempre mancato è stato soprattutto l’ascolto e l’accoglienza di tutte le parti di me, la visione d’insieme. La tecnica da sola non riesce a integrare tutte le resistenze, consce e inconsce, che possiamo costruire; anzi, nel mio caso, è stata messa da parte più volte, probabilmente perché qualcosa di più profondo aveva bisogno di emergere.
Per tutta la vita ho lottato contro questo “qualcosa”, cercando disperatamente un modo per cantare bene, per stare bene, per non essere più bloccata dalla mia voce… la mia voce che invece mi bloccava? Inaccettabile. Eppure, era così: la mia voce mi stava fermando, stava cercando di comunicare con me e io non le avevo mai prestato ascolto… almeno, fino a ora.
Ho iniziato il percorso individuale Vocessenza nel 2023 e ora sto frequentando il MasterHeart. Durante la pratica ho osservato ogni passaggio, anche le difficoltà che si sono presentate, ma quanta bellezza c’è in tutto questo! La bellezza di un respiro che ti riporta all’ascolto, la bellezza di perdersi in un suono, anche piccolo, apparentemente insignificante, ma che ti fa sperimentare il “sentirti spazio”. La bellezza di diventare spettatore del suono di testa, di percepire quando lasci emergere il suono e quando invece lo forzi. Sì, c’è anche la bellezza dell’“errore”: la possibilità continua di fare un passo indietro, ricentrarsi e, con sempre più consapevolezza, “aggiustare il tiro”. La bellezza di sentire come il corpo possa diventare uno strumento perfetto se, come dice Andrea, “il cantante si fa da parte”.
Il penultimo weekend di Master, durante una lezione condivisa, una mia compagna ha cantato un pezzo davvero molto emozionante. Le lacrime scorrevano da sole.
Ma ciò che mi ha colpito è che in alcuni momenti le lacrime scendevano prima ancora che lei iniziasse con la melodia e le parole.
Il silenzio era già carico di tutto. Non serviva quasi altro.
Questa è la cosa eccezionale: nel vociare si finisce per perdersi, si pensa di dire tutto, ma in realtà si dice poco o nulla.
Nel canto, la verità sta nel cuore, e quando ci siamo davvero, quando siamo presenti, comunichiamo anche nel silenzio. Lasciare andare il “vociare” è tanto più doloroso quanto più siamo identificati con esso e lontani dal sentire del cuore.Questa è Vocessenza, e la “chiave” per me sta tutta lì: nel sentire del cuore.
Grazie ad Andrea ho finalmente cominciato ad affidarmi e ad aprire quel dialogo interno che, piano piano, ha svelato sfumature sempre più sottili del mio essere. E la cosa più bella è che siamo solo all’inizio!
Buon Vocessenza a tutti! E ad Andrea non ci sono parole abbastanza grandi per esprimere la gratitudine che sento nel cuore. Lo sai, GRAZIE!”
COME FUORI COSÌ DENTRO: IL VIAGGIO DI ANNA VERSO LA VERITÀ NEL CANTO
Sono qui questa sera, immersa nella lentezza della notte e nella profonda emozione di questa condivisione, per fare un punto della situazione.
Sarebbe interessante raccontarvi della mia fanciullezza – se non addirittura della mia infanzia – perché ogni volta che qualcuno mi chiede come tutto è iniziato, rispondo con una frase che mia madre ripete spesso:
"Non so se Anna ha iniziato prima a parlare o a cantare..."
È un’immagine molto suggestiva, ma sono stanca di raccontare la mia vita come una fiaba dai risvolti magici, al limite del surreale.
Adoro tutto ciò che non è misurabile ma può essere osservato, soprattutto attraverso le emozioni. Non avrei mai immaginato che luglio 2021 potesse diventare uno spartiacque così radicale nella mia vita: ho incontrato Vocessenza… mi si è aperto l’ascolto… e il cuore.
Radicale, sì, perché pian piano ho cominciato a riconoscere radici nuove, profonde, che mi hanno permesso di scoprire una parte più autentica di me. Ho iniziato a osservare tutto ciò che per anni avevo preferito seppellire nei bui abissi della mia anima, per paura o vergogna di vedere cosa ci fosse dentro.
Quando Andrea mi parlava di termini come appoggio, sostegno, apnea, tenere… non riuscivo a coglierne il significato reale.
Poi, vocalizzo dopo vocalizzo, ho iniziato a lasciare andare il controllo e a permettere al mio corpo di sperimentare queste informazioni così preziose.
Qualcosa dentro di me si apriva: uno spazio vasto, sconosciuto eppure in qualche modo familiare – secondo i parametri del cuore.
Era il momento in cui riuscivo ad ascoltare Anna, con tutte le sue insicurezze, le paure del giudizio altrui, il sentirsi "non all’altezza" di certe note o aspettative…
Solo accettando con amore incondizionato tutti i miei limiti – che poi sono molti di più di quelli che credevo – ho capito quanto quei limiti fossero legati a standard sociali scontati, e non alla verità del mio essere.
Sono passata da sessioni individuali con Andrea in cui piangevo a dirotto (pensando alle “brutte figure” di rrrrr o sssszzzz calanti e poco “performanti”) alla consapevolezza di vocalizzare con fiducia, guidata dalla sua pazienza infinita e da strumenti tanto semplici quanto efficaci.
Ho iniziato a godere del mio canto, senza più pretendere il “bel suono” (che poi… bello secondo quali parametri? Ahaha, che meraviglia!) e a trasmettere finalmente chi è Anna.
Fin da bambina ho sempre creduto che il canto fosse alchimia pura, perché nella grande solitudine della mia cameretta blu, riuscivo ad essere felice solo quando accendevo la radio: le canzoni che amavo aprivano mondi in cui mi sentivo a mio agio.
Un universo con una sua logica, una sua comodità emotiva, che però con il tempo si è spenta.
Ogni canzone aveva un significato simbolico preciso, rappresentava una fase della mia vita, e mi aiutava a comprendere e a tradurre le emozioni in qualcosa che potesse uscire fuori da me.
Crescendo, quel mondo si è ridimensionato.
Proprio come nel film La Storia Infinita, è finito in un luogo profondo e dimenticato del mio cuore.
Con Vocessenza ho trovato la chiave perfetta per riaprire quel grande baule un po’ impolverato, e ho dato passo dopo passo un nuovo significato a una parola oggi fondamentale per me:
Verità.
In particolare, con MasterHeart – un’esperienza appassionante fatta di sei weekend mensili insieme al Maestro e a un gruppo speciale – ho scoperto con stupore che l’essenza del suono risiede prima di ogni tecnica o gesto: nell’ascolto profondo, puro, incontaminato di ciò che già abita dentro di noi.
E che, proprio come dice il detto: “Come in cielo, così in terra; come fuori, così dentro”.
Oggi non ho più voglia di “perdere tempo” a raccontarmi storie che mi allontanano da me stessa.
Perché inevitabilmente ne risente anche il mio canto, che invece ora è ricco di intensità e pieno di giochi divertenti di luci e ombre.
È come se Anna bambina avesse finalmente compreso, grazie a Vocessenza, che il canto è un dono che fai a te stessa, solo se sei disposta a ESSER-LO prima ancora che a FAR-LO.
Un cammino verso la Voce Libera e Autentica
Cari amanti della voce,Quando il canto va oltre la tecnica e diventa un'espressione autentica, qualcosa di straordinario accade. Questo è quanto hanno sperimentato Eloisa e Pietro, due cantanti lirici che, attraverso il metodo Vocessenza di Andrea Tosoni, hanno riscoperto una vocalità libera, autentica e priva di sforzo. Ecco le loro storie.
Eloisa: "Ho trovato l'essenza della mia voce"
“La mia esperienza come cantante professionista è sempre stata mossa dalla curiosità e dal desiderio di sperimentazione, con una buona dose di "gioco". Tuttavia, a un certo punto ho capito: le solite spiegazioni e frasi fatte sugli effetti del canto non mi bastavano più. Desideravo un approccio diverso, in cui frasi come "mettere" o "lanciare" il suono non fossero una vuota sintesi di sensazioni controllate meccanicamente. Cercavo un’espressione più autentica, capace di risvegliare ancora una volta la curiosità per ciò che faccio e di trasformare ogni scoperta in un nuovo mondo, senza frustrazione. I metodi focalizzati solo sul risultato finale non mi soddisfacevano più; è come voler ‘comandare’ allo stomaco di digerire. Avevo bisogno di un approccio più naturale e di una nuova consapevolezza dell’uso della mia voce.
Incontrai Andrea Tosoni diversi anni fa nel suo studio, e quel primo incontro è stato una vera scoperta. Gli parlai del mio desiderio di esplorare generi diversi, anche quelli che i puristi considerano "antitetici". Andrea, senza pregiudizi, accolse questa mia volontà di sperimentazione, fornendomi strumenti per muovermi tra stili contrastanti con sorprendente facilità, come se fossero stati da sempre parte di me. Così, in virtù di questa scoperta, decisi di contattarlo nuovamente, continuando a seguirlo sui suoi canali social e mettendo da parte ogni resistenza verso una proposta didattica online. Nonostante i miei dubbi iniziali, ho scoperto intatto il valore della sua guida. In questa nuova avventura, ho deciso di condividere il viaggio con una persona per me fondamentale: Pietro.”
Pietro: "Superare i limiti e la fatica vocale"
“Il percorso Vocessenza mi ha offerto molto più di una semplice formazione vocale: è stata una scoperta profonda. Da tempo sentivo parlare di Vocessenza e del Maestro Tosoni, ma non riuscivo a comprendere a pieno ciò di cui Eloisa parlava fino a quando non ho intrapreso anch'io questo processo di ri-scoperta.
Ero convinto che una certa stanchezza, anche vocale, fosse un prezzo inevitabile per cantare l’Opera. Ma Vocessenza ha rivoluzionato questa certezza: era solo frutto di un’idea sbagliata dissoltasi via via durante il percorso. Nel mondo della Lirica, circolano molte convinzioni contenenti spesso verità come: “cantare sul fiato e non col fiato” oppure “di mantenere la laringe bassa durante le fonazione”. Altre, invece, nascono da idee errate o da esperienze sensoriali molto personali, portando a pensare, per esempio, che un eccessivo utilizzo della regione acuta indebolisca o addirittura faccia sparire la regione grave, e viceversa. Queste indicazioni sono spesso vage e raramente spiegate sufficientemente e prese singolarmente risultano come degli enigmi senza una chiara soluzione.
Non rinnego il lavoro fatto in trent’anni di carriera, né penso che sia tutto sbagliato, ma sentivo la mancanza di un tassello fondamentale che conferisse a questo insieme di consigli astratti e dal significato sfuggevole, una coerente spiegazione".
Eloisa e Pietro: "Riscoprire la voce insieme"
“L’esperienza con Vocessenza ci ha condotti a una ricerca profonda sul canto, portandoci a scoprire il “respiro del mare”. Pur apprezzando quanto appreso prima di incontrare Andrea, abbiamo deciso di fare spazio al nuovo approccio proposto dal metodo Vocessenza, che inizialmente ha suscitato in noi una profonda crisi. Tuttavia, grazie alla pratica costante e quotidiana, questo momento di crisi si è trasformato in un'opportunità di crescita. Con questo metodo, ci muoviamo liberamente su tutta la tessitura vocale, senza sforzo o rigidità, sperimentando un canto che fluisce in modo naturale grazie a una nuova consapevolezza del fiato e del suono. Il metodo suggerito da Vocessenza, libera la voce da tensioni muscolari, permettendo così un’espressione ricca e senza fatica, in cui ogni nota si manifesta con semplicità e pienezza.
Abbiamo finalmente compreso il vero significato dell’indicazione di non ascoltarsi mentre si canta: una raccomandazione che, se non spiegata esaustivamente, può generare confusione e frustrazione. Solitamente ci si concentra sulla correzione del suono finale, dell'effetto vocale, senza prestare sufficiente attenzione alla causa, al motore generatore del tutto, caposaldo del metodo Vocessenza: il flusso d’aria costante il quale permette di stare nel canto anziché fare il canto.
Consigliamo sinceramente Vocessenza a chiunque desideri ri-scoprire la propria voce autentica, non per ottenere risultati a tutti i costi, ma per un arricchimento interiore, artistico e umano godendosi ogni passo di questo cammino.”
LA MIA VOCE SPONTANEA, PERDUTA E RITROVATA
“Cantare è per me più intimo che mostrarmi nuda”
Provengo da una famiglia "normale", di quelle in cui la musica si ascolta in sottofondo, senza troppe domande. Le grandi hit italiane e internazionali scorrevano tra le pareti di casa, come accade in tante case. Tutto normale.
Eppure, in me c’era qualcosa di diverso.
Fin da bambina, provavo una gioia immensa ogni volta che cantavo. Quando non lo facevo, guardavo musical (anche se allora non sapevo si chiamassero così), incantata da quei film in cui i protagonisti si esprimevano cantando. Era come se la mia anima riconoscesse in quella forma d’arte qualcosa di profondamente suo.
Alle elementari, il maestro di musica ci faceva cantare per un’ora intera le canzoni dello Zecchino d’Oro e dei cartoni animati anni ’80. Io ero sempre la più entusiasta.
Poi, in adolescenza, il primo stereo, i primi CD… e ogni giorno diventava un piccolo concerto davanti allo specchio, spazzola alla mano, per la gioia (e la pazienza) dei miei vicini di casa.
Alle superiori ho iniziato a cantare prima in un coro, poi in una band. È stato allora che ho scoperto che esistevano delle persone che potevano insegnarti a cantare. Un mondo nuovo! Le mie prime due insegnanti, entrambe cantanti liriche, mi hanno guidata nei primi passi. E per questo le ringrazierò sempre.
Ma poi, come accade spesso, la vita ha preso un’altra direzione.
Durante l’università ho smesso. Cantavo solo ogni tanto, in macchina o a casa. Dopo sette anni, quella voce sopita ha bussato di nuovo. Solo che… non era più la stessa.
All’inizio sembrava andare tutto bene, ma presto sono arrivate la fatica, la raucedine, la voce che spariva già al soundcheck. Ogni performance diventava una sfida. Provai qualche lezione, ma niente sembrava davvero funzionare.
E poi è arrivato l’incontro con Andrea Tosoni.
Con lui si è aperto un mondo che non sapevo esistesse.
Non solo ho scoperto un modo diverso di cantare, ma un modo nuovo di ascoltare. Attraverso i vocalizzi che facevamo insieme, la mia voce cominciava a trasformarsi: diventava più ricca, più piena, vibrante di armonici. Ne intuivo la bellezza, ma qualcosa ancora non tornava. Facevo ancora fatica nonostante le raccomandazioni di Andrea… E questo mi faceva sentire frustrata, impotente.
Fu Andrea a suggerirmi una visita foniatrica. Ed è lì che ho scoperto il motivo reale della mia fatica: una cisti sulla corda vocale destra. Un piccolo ostacolo che, col tempo, era diventato enorme. L’unica soluzione era l’intervento chirurgico.
L’ho affrontato con coraggio. L’operazione è andata bene, contro ogni aspettativa. Ma il vero cammino, quello della guarigione profonda, è durato molto più dei tre mesi indicati dai medici. Ci sono voluti tre anni perché la mia voce tornasse davvero a essere “mia”.
In tutto questo tempo, gli esercizi tecnici Vocessenza sono stati la mia ancora.
E Andrea è stato molto più di un insegnante: è stato una guida paziente e intuitiva. Ora che la voce fisicamente era guarita, restava ancora un ultimo, grande ostacolo: la mia mente. Il mio ego. La mia paura.
Cantare, per me, è più intimo che spogliarmi. Perché quando canto, mostro e condivido la parte più vera di me. Quella che tenderei a nascondere per timore del giudizio. Ma Andrea mi ha accompagnata sulla via della fiducia. E così, dopo tante lezioni “no”, sono arrivate finalmente le tanto anelate lezioni “wow” in cui la voce ha cominciato a fluire da sola, totale e senza vergogna.
🎵 La mia voce oggi è forte, sicura. Non faccio più fatica.
🎵 Riesco a cantare note alte in voce mista che prima sembravano impossibili.
🎵 E soprattutto ho ricevuto strumenti preziosi per lavorare sulla mia voce anche da sola.
Ma la cosa più grande che mi ha donato questo percorso è un’altra:
la chiave per aprire la porta del mio cuore e dare voce alla mia anima.
Grazie Andrea,
per il tuo ingegno, la tua intuizione, la tua dedizione a tutte le nostre voci.
Con gratitudine,
COME HO TRASFORMATO LA PAURA IN CANTO
"Ho conosciuto il maestro Andrea Tosoni quasi nove anni fa, nel 2016. Avevo ventidue anni, ma già più di dieci di studio alle spalle. Per me il canto è sempre stato un’esigenza dirompente sin dall’infanzia: la musica è il motore che mi muove e che dà energia alle mie giornate. Così ho iniziato presto a prendere lezioni con regolarità, consapevole – nonostante la giovane età – di quelli che consideravo i miei “limiti”.
E quali erano? Molti, ma il più grande era la paura. Paura delle altezze, dei passaggi, dell’intensità. Paura di non “arrivarci” con la naturalezza che desideravo, di faticare più del dovuto. E, da buona ipocondriaca, temevo che spingermi oltre il consentito potesse compromettere la salute del mio apparato vocale.
Devo riconoscere che i vari insegnanti avuti fino ad allora mi hanno donato progressivamente maggiore consapevolezza, senza mai costringermi in metodi rigidi che impostano la voce in modo innaturale.Tuttavia, poco più che ventenne, sentivo ancora davanti a me scogli troppo grandi. Solo col tempo avrei capito che richiedevano una presa di coscienza più profonda e completa: ciò che il mio suono esprimeva era lo specchio della persona che ero.
Intanto la vita mi chiamava sempre più insistentemente al canto come mestiere. Trovare una via per sciogliere quei nodi che mi bloccavano era diventata un’urgenza. E così, apparentemente per caso (ammesso che il caso esista 😉), ho incontrato Andrea. E non esagero se dico che quell’incontro mi ha cambiato la vita.
Ho imparato progressivamente ad ascoltarmi, ma ad ascoltarmi davvero. A livello fisico, iniziando a percepire anche le minime variazioni del mio suono e le sensazioni dell’apparato vocale. A livello emotivo, comprendendo quanto il mio stato d’animo influenzasse la mia voce e il modo di abitare in essa. Così, a poco a poco, quelli che chiamavo “limiti” si sono trasformati in porte che si aprivano; i “problemi”, in meravigliose opportunità.
Sono finalmente riuscita a cantare con gioia i brani che da bambina sognavo di interpretare, godendomi soprattutto quei famosi acuti che un tempo sembravano irraggiungibili, danzandoci dentro, senza fatica alcuna.
Questo percorso ha un inizio, ma non una fine. Dalla consapevolezza non si torna indietro: ogni traguardo raggiunto diventa un trampolino di lancio verso nuovi orizzonti. Certo, tutto questo richiede sacrificio, dedizione, coraggio e la volontà di restare presenti a sé stessi, soprattutto nelle difficoltà… ma come spiegare a parole la sensazione di sentirsi davvero liberi di spiccare il volo?"
LA RINASCITA DELLA MIA VOCE...DAL SILENZIO
"Il 5 maggio. Una data che Manzoni ha reso immortale con la sua celebre poesia. E per me, una data che non dimenticherò mai: il giorno in cui ho perso completamente la voce.
Ricordo perfettamente quella mattina. Sono uscita mezz’ora in terrazza a prendere il sole. L’aria era tiepida, una brezza leggera mi accarezzava il viso. Poi, rientrata in casa, ho avvertito qualcosa di strano. La mia voce, piano piano, si affievoliva, fino a ridursi a un semplice sussurro. Incredula, cercavo di capire cosa stesse succedendo.
Non ti racconterò tutto ciò che è seguito, ma sono stati mesi difficili, pieni di sofferenza, analisi e ricerche. Dentro di me sentivo che non si trattava di un problema fisico, eppure, per tranquillizzare i miei cari, ho fatto una costosa visita da uno specialista.La diagnosi è arrivata come un fulmine a ciel sereno: paralisi della corda vocale sinistra."Perché?" ho chiesto.
"Non si sa," ha risposto il medico. "Dobbiamo fare accertamenti."
E così, sono iniziate le indagini: TAC, risonanza magnetica… tutto nella norma. Ma la voce continuava a non tornare.Intanto, ho affrontato due mesi di scuola con alunni meravigliosi, che hanno seguito le lezioni nonostante i miei sussurri. Ma il problema non migliorava. Anzi, il timore di peggiorare cresceva ogni giorno di più. E così, qualsiasi cosa – un colpo d’aria, un raffreddore, perfino il vento – diventava per me fonte di apprensione.
Poi, ai primi di luglio, mio figlio mi ha annunciato con entusiasmo di aver conosciuto una persona straordinaria, capace di aiutarmi.E così ho incontrato Andrea.Fin dal primo istante, ho sentito un’immediata sintonia con lui. Le sue parole mi sono arrivate dritte al cuore. Capiva esattamente cosa stessi vivendo e come mi sentivo.
"La tua corda vocale c’è," mi ha detto, "ma ha deciso di prendersi una pausa. Tornerà a funzionare quando tu sarai pronta."Per la prima volta, ho visto una luce in fondo al tunnel.
Mi sono tuffata con entusiasmo negli esercizi di Vocessenza. All’inizio non capivo molto e mi scontravo con i miei limiti. Inviavo messaggi accorati ad Andrea, disperata, perché la mia voce mi sembrava quella di una gallina. Non riuscivo a sopportare di sentirmi così. Eppure, Andrea c’era sempre. Era più un mio scrupolo quello di disturbarlo.
Pian piano, ho capito chenon si trattava di "fare bene" gli esercizi per soddisfare il mio ego abituato all’azione. Dovevo cambiare approccio, accettarmi, ascoltarmi, accogliere il momento.E il respiro del mare mi aiutava a calmarmi.
Ad agosto sono partita per 23 giorni di vacanza in Norvegia, portando con me gli esercizi per la voce."Tornerai a scuola con una voce migliore di come l’ho conosciuta," mi aveva detto Andrea, "anche se probabilmente non l’avrai ancora recuperata del tutto."Io ci credevo fermamente.Non ho dato ascolto a chi mi consigliava di comprare un microfono per farmi sentire in classe.
Arrivato settembre, la voce era ancora bassa. Ho iniziato l’anno scolastico sottotono, preoccupata. Dovevo concentrarmi sul "restare dentro", sul mantenere un flusso d’aria costante, ma mi sembrava impossibile riuscirci mentre facevo lezione.
Poi, un giorno, è successo qualcosa.Ho avvertito uno "switch", un cambiamento interiore.Sentivo che dentro di me qualcosa si stava trasformando. Dopo cinque ore di lezione, ho mandato un vocale ad Andrea per fargli ascoltare la mia voce. Credo che quella sia stata la svolta.Da quel momento, tutto è diventato più naturale.La respirazione, l’apnea, il "restare dentro" hanno iniziato a realizzarsi quasi automaticamente.
Ci sono stati ancora alti e bassi. A dicembre, nel giro di poche ore, sono rimasta completamente afona. Ma questa volta era diverso. Andrea mi ha tranquillizzata mentre io ero in preda al panico.
So che la strada è ancora lunga. Ho bisogno di diventare ancora più consapevole, più presente a me stessa. D’altronde, non sono una cantante e non mi sono mai presa cura della mia voce, l’ho sempre data per scontata. Ma ora sento che il mio percorso non è finito. E, per la prima volta, sono serena e fiduciosa.
Grazie ad Andrea. E grazie a Benedetta, che tante volte mi ha ascoltata, sostenuta e incoraggiata.”